Si parla da mesi del nuovo fenomeno della Silicon Valley Clubhouse come social del futuro, ma cos’è Clubhouse e perché è così amato dalle celebrità di tutto il mondo?
Frutto dell’imprenditore Paul Davison e dell’ex dipendente Google Rohan Seth, Clubhouse è nato nei primi mesi del 2020, all’inizio del lockdown da pandemia di Covid-19. È stata proprio questa situazione straordinaria a fare da trampolino di lancio alla piccola app che solo a metà dello stesso anno, nonostante potesse contare appena 1500 iscritti, ha ricevuto ben 12 milioni di dollari di finanziamento.
Una cavalcata che pare inarrestabile per il social network che, ad inizio 2021, ha raggiunto una valutazione stimata di 1 miliardo di dollari circa. Cifre incredibili per un social network appena nato e che non ancora genera alcuna forma di entrata ricorrente.
Ma come funziona esattamente Clubhouse?
Cos’è Clubhouse, il social network del momento
Clubhouse è una app social basata su conversazioni audio organizzate in room tematiche tra le quali navigare. Tutte le conversazioni avvengono in tempo reale e vengono eliminate definitivamente alla chiusura della stanza. Non ci sono altre forme di chat, reazioni o commenti diversi dall’audio.
Per ogni stanza, ci sono tre tipologie di utenti:
- Speaker, che ha diritto di parola all’interno della room;
- Ascoltatore, che si limita a seguire la conversazione senza intervenire;
- Moderatore, che decide a chi dare diritto di parola.
Ciascun utente, quindi, può scegliere di creare una nuova stanza, partecipare ad una conversazione in una stanza altrui o limitarsi ad ascoltare senza prendere la parola.
Ovviamente, come ogni social che si rispetti, è fondamentale creare la propria rete di contatti. Ti basterà selezionare i tuoi interessi e individuare le persone da seguire per consentire all’algoritmo di suggerire le stanze per te più attraenti attraverso il feed.
Perché Clubhouse è così famoso?
Seppur con nette differenze, Clubhouse cavalca l’ottimo trend dei file audio nato dai podcast, che in poco tempo hanno raggiunto cifre di utilizzo fino a poco tempo fa ritenute inimmaginabili. Tuttavia una delle questioni più discusse di Clubhouse è data dalla forte limitazione all’entrata. Dopo quasi un anno dalla sua nascita, infatti, l’app è disponibile solo per IOS e non ancora consente l’accesso libero a tutti gli utenti. Il social network può essere utilizzato solo da chi ha ricevuto un invito da parte di un utente già registrato alla piattaforma.
Alla luce di ciò, come è riuscito Clubhouse a diventare così famoso?
Diversi sono i fattori che hanno consentito all’app del momento di ottenere una incredibile diffusione, nonostante il limite di ingresso. Sicuramente uno dei punti di forza di Clubhouse è dato dalla sua tipologia di format, particolarmente adatta a sviluppare discussioni di gruppo che possono facilmente essere sfruttate come opportunità di networking personale e professionale, promuovendo interessanti confronti con nuove persone proveniente da ogni parte del mondo.
Durante il periodo di lockdown, inoltre, la piattaforma ha svolto una importante funzione di sfogo sociale che, seppur solo virtualmente, ha attratto numerosi visitatori. Tra questi, i più numerosi sono quelli che esercitano una forte influenza sociale. Attori, musicisti, politici, imprenditori e celebrità di ogni tipo hanno fatto a gara per accaparrarsi un invito sul social del momento, portando ad una rapida diffusione di quella che ormai è una vera e propria mania.
Fonti vicine all’azienda parlano ormai di un numero di iscritti vicino ai 2 milioni, risultato raggiunto anche grazie ad Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, che è riuscito ad ottenere numeri di ascolto incredibili durante le sue sessioni sull’app.
Nuove frontiere del marketing
Dove ci sono persone, si sa, c’è business. Questo vale anche per Clubhouse, che dopo pochi mesi dal lancio ufficiale ha visto nascere diversi account ufficiali di grandi brand, intenti a rafforzare sempre più il dialogo con i propri clienti.
Nel mondo in cui viviamo oggi, il rapporto tra azienda e cliente è sempre più importante. Lo sa bene Fernando Machado, il Global Chief Marketing Officer di RBI, casa madre di Burger King, che ha annunciato sul suo profilo Linkedin la creazione della room “Open Kitchen” di Clubhouse. Questa room, la prima di questo social ad essere creata da una multinazionale, ha permesso ai consumatori di dialogare tranquillamente con i dirigenti di Burger King, rafforzando ancora di più la presenza dell’azienda sui canali digitali.
Per Machado il motivo del rapido successo di Clubhouse è da rinvenire nella sua autenticità e trasparenza. Questo fa della presenza sull’app un’ottima opportunità di diffusione dei brand di tutto il mondo, che cercheranno di ritagliarsi presto il proprio spazio strategico in ottica di marketing.
In un futuro non troppo lontano in cui il download dell’app di Clubhouse sarà consentito anche sui dispositivi Android e in cui cadrà definitivamente il limite di iscrizione alla piattaforma, non ci sarà da stupirsi se questo social network diventerà un must-have della comunicazione aziendale.