A distanza di quasi due mesi dal rilascio di Hummingbird, il nuovo algoritmo di Google, gli esperti SEO hanno fatto i compiti a casa ed hanno definito quali sono le nuove strategie da seguire.
Le novità sono sinteticamente racchiuse nelle parole di Amit Singhal, vice presidente della grande G: “Hummingbird offre un modo più naturale di usare il motore di ricerca” ;
ma cosa vuol dire?
Lo scopo dell’aggiornamento, che si stima abbia influenzato il 90% di tutte le ricerche, è quello di comprendere l’intenzione dell’utente e fornire i possibili risultati.
Facciamo un esempio: se oggi si cercano su Google le parole “quanto è lungo il Po”, il primo risultato è la lunghezza del fiume.
Il motore di ricerca non si limita più a mostrare le pagine che meglio corrispondono all’insieme delle parole cercate, ma interpreta il senso della frase e risponde con l’informazione più adatta.
Cosa cambia tecnicamente?
Sono diversi anni che Google si muove, in modo più o meno palese, nella direzione della ricerca semantica, dell’interpretazione delle necessità degli utenti: lo dimostrano, oltre ai vari aggiornamenti dell’algoritmo, il gran lavoro fatto sulla ricerca vocale, progetti come Google Now e dispositivi come Google Glass che si comandano solo con la voce. La direzione intrapresa è quella di comprendere, a volte anche anticipare, le esigenze degli utenti e semplificare la loro vita fornendo la giusta risposta, il contenuto richiesto.
Quindi per tutti quei SEO che negli ultimi tempi si sono concentrati sul fornire contenuti utili agli utenti, all’interno di pagine web che rispettano gli ultimi standard html, magari ottimizzando anche i tempi di caricamento delle pagine, la vera differenza consiste nel passaggio definitivo alle long tail keyword.
Long tail keyword o Parole chiave complesse
Tanto gli esperti che credono ancora nel SEO, quanto quelli che dicono che questa disciplina sia morta e che il futuro è l’OAO (Online Audience Optimization), sono d’accordo che il vecchio concetto di parola chiave, almeno per quello che riguarda il mondo Google, è superato e bisogna puntare a parole chiave più complesse, vere e proprie stringhe di ricerca.
Tornando al nostro esempio, “quanto è lungo il fiume po” rappresenta una long tail keyword, ovvero una ricerca che gli utenti fanno quando sono alla ricerca di un’informazione specifica.
Per sfruttare al massimo questo nuovo modo di concepire la ricerca (e di conseguenza l’indicizzazione), chi ha un sito web deve fornire contenuti che rispondano alle richieste più specifiche degli utenti, per dirlo in parole povere: i contenuti devono rispondere alle domande che gli utenti fanno a Google.
È quindi arrivata l’ora di analizzare quali long tail keyword possono interessare gli utenti, progettare nuovi contenuti e iniziare a scrivere,
buon lavoro a tutti!